Uno dei principali obiettivi che ogni soggetto umano nutre e porta con sé sin dall’infanzia, è quello della realizzazione di se stesso attraverso la volontà a capacità di saper affrontare gli ostacoli e le difficoltà che s’incontrano durante che le vengono dinanzi e riguardo a questo, se da  un lato, i termini ‘Abilità’ e ‘Disabilità’, sono stati e vengono tutt’oggi usati per designare una qualsiasi graduale difficoltà pratica che una persona possiede nel poter raggiungere un qualcosa, bisogna anche dire, che come il saper camminare, non significa poter fare a meno di una bicicletta, moto macchina e quant’altro e non solo perché la resistenza e agilità delle nostre gambe sono sempre un qualcosa di e soprattutto limitato, in egual misura, anche se mangiare con la destra sia un qualcosa di comune, perché ‘Così fan tutti’, il farlo con la sinistra, non ha nulla in non ha nulla in comune col saper o meglio, poter avvicinare in modo corretto il cibo alla bocca.


Oltretutto, come la ‘Possibilità del fare’, non è semplicemente o elusivamente dovuta  alla ‘Libertà di movimento’ o ‘Agilità motoria’ e non solo perché il ‘Poter fare’, è sempre soggetto a dei supporti, mezzi, ausili come accennavamo poc’anzi, ma essendo volontà verso il superamento di una propria difficoltà o limitazione di qualunque genere, essa nasce, si sviluppa e prendo corpo o meglio si realizza, non solo attraverso la forza di volontà che esiste in noi, ma soprattutto,  con la caparbietà di trovare il modo o sistema, affinché quel risultato o quella meta prefissata venga raggiunta.


Un semplice accendino, può aiutarci sa capire in modo concreto, non soltanto di cosa stiamo parlando ma anche e soprattutto la sostanziale diversità che esiste tra ‘Agilità del fare’ cioè, ‘Scontato’ e ‘Destrezza’ o meglio, ‘Volontà del raggiungere’.


Innanzitutto, incominciamo che dire che per o se voglio che funzioni perfettamente, non occorre soltanto che al suo interno ci sia il gas necessario per alimentarne la fiamma, ma anche, come sosterrebbe qualcuno e com’è giusto che sia, possedere una minima agilità manuale, giacché, oltre a doverlo impugnare in modo corretto, occorre anche che il nostro pollice, possegga quella minima agilità, come dicevamo, che oltre a far girare la rotellina che serve a causare la scintilla della pietrina, cada perfettamente sul pulsantino che permette la fuoriuscita del gas.


Se pur sotto il punto di vista teorico-pratico sia perfettamente corretto, il ciò non esclude che lo stesso risultato si può ottenere usando entrambi le mani, come ad esempio devo fare io e non per scelta o comodità personale ma più oggettivamente, perché non possedendo quel minimo grado di agilità manuale che mi dà la possibilità di poterlo fare con una sola mano, devo necessariamente usufruire dell’altra se voglio evitare che ci sia sempre qualcuno che mi accenda la sigaretta. Con la sinistra lo impugno e con il pollice della mano destra, faccio tutto quello che serve affinché esso si possa accendere.

 

Questo piccolissimo esempio ci porta a sostenere con assoluta certezza che non è la mano che deve perfettamente funzionare, affinché anch’io abbia la possibilità di poter accendere l’accendino, ma è il mio cogito - forza di volontà - che m’indica o suggerisce come potrei fare per raggiungere ciò che per gli altri o meglio, la radicalizzazione dello scontato non potrei mai fare. Ecco perché la ‘Possibilità’ o ‘Capacità del fare’, non può basarsi o possedere delle regole razionali, ma si basa semplicemente sulla capacità di adeguamento delle proprie agilità motorie o psico-fisiche che ognuno possiede in sé.


Se pur vero che di questi esempi ne possiamo fare all’infinito, come il poggiarmi il telefonino sulle gambe per schiacciare il pulsante della risposta o fare il numero, un esempio concreto in cui vi è a concreata prova che la disabilità, non ha nulla in comune con l’incoscienza del sé e il poter credere in un se stesso, ci fu data tra 1932 e il 1981 da Christy Brown, il quale, non solo era costretto a non potersi muovere liberamente perché le sue gambe non lo permettevano, ma non avendo neanche la possibilità, tutti gli davano o consideravano per cerebroleso.


L’unica a credere che nonostante tutto Christy, fosse semplicemente persona era sua madre e questa sua credenza, che sempre grazie allo scontato, veniva dal cuore materno, prese sostanza quel giorno che la figlia più piccola le disse che il fratello era riuscito a prendere un gessetto che le dita dei piedi. Da quel momento, non solo, in lei si rafforzò la concreta credenza che in quelli sguardi persi nel vuoto si nascondessero sentimenti, emozioni, dolori e desideri, ma anche e principalmente, una disperata voglia, nonché, vitale esigenza di comunicare e così non lasciano tutto a caso, nel prendersi cura di lui, con l’aiuto e le adeguate attenzioni di una dottoressa di cui non è rilevato il nome, quel piede, tramutandosi in mano, lo condusse, non solo a diventare uno scrittore di cui, la sua prima opera, uscita nel 1970, s’intitola non a cosa ‘Il mio piede sinistro’, ma anche in un grande pittore e poeta islandese, fra la fine e l’inizio della seconda metà del ventesimo secolo.


Oltre a lui, sono stati tanti coloro che nonostante i facili e superficiali consigli di chi, nel credere di voler il bene altrui, si soffermavano a dar dei buoni consigli, soprattutto di coloro che, nonostante sono o si sentono vicini a chi soffre, non hanno o sono in grado a saper distinguere, non solo la disabilità da una malattia, una funzione da un’agilità e con ciò, tramutandosi in una delle più crudeli sorti che un essere umano possa riceve, giacché, la prima e la più crudele quella dell’essere ammazzati nel nome d'un Dio o peggio ancora, dell'amore.

Uno di questi fu Amulf Erich Stegmann28, il quale, se pur in seguito a una grave poliomielite, alle età di due perse l’uso di entrambi gli arti superiori, non solo studiare Arte a Monaco di Baviera, riuscendo a prendersi la qualifica professionale per l’industria libraria e l’arte grafica a Norimberga, ma anche a far parte dell’atelier Erwin di Kormöndy e Hans Gerstacker. Già il tutto questo, è grandioso, ma ciò che sorprende di più, sta nel fatto che pur non avendo una minima agilità nelle braccia e di conseguenza manuale, solo ed esclusivamente tramite un credere in se stesso, riuscì a realizzare degli splendidi lavori a olio su tela, dimostrando molta sicurezza nell’uso del pennello e della spatola; anche nella tecnica dell’acquerello era molto bravo e non è tutto. Anzi, sempre grazie alla propria volontà e alla sua forza di credere nel proprio Io, diventò anche molto esperto a realizzare disegni su pietra, linoleografie29, xilografie e ciò che è veramente incredibile, che fece e realizzò tutto questo, tenendo semplicemente la penna, la matita o un bulino tra denti e labbra.


Sì, proprio così! Usando la bocca a posto delle mani come Christy Brown, usava il suo piede sinistro per scrivere e dipingere e quello che è più straordinario, non sta nei vari e numerosi riconoscimenti, onorificenze e svariati premi ottenuti tra il 1963 e ’79, ma nel fatto che dal momento in cui comprese che solo ed esclusivamente attraverso il proprio crederci, si possano raggiungere risultati inimmaginabili, non solo lo impose a se stesso, ma fu la radice o cosiddetta ‘Chiave secreta’ che lo condusse ad aiutare gli altri, non solo a capirne le tecniche, ma soprattutto a fargli comprendere che come la vera arte è principalmente un gesto di genialità che si concreta attraverso l’estro della persona e non in base a funzionalità perfette corporali, anche perché prima di essere corpo in funzione, siamo, nessuno escluso, Anima, Mente e Spirito, alla o in ricerca della propria creazione.


Con quanto detto fin e dopo aver preso coscienza che la realizzazione di un se stesso, non sta in una perfetta funzionalità del corpo, ma nella capacità di trovare il modo di adeguarsi alle agilità dello stesso, che cosa sono le ’Diverse abilità’ e soprattutto,, esistano veramente o sono delle contusioni ottiche che ci distraggono dal concetto di creatività e potenzialità soggettive che come detto, esaminato e visto, non sono altro che il frutto della volontà che alberga nell’animo umano?


Certo che esistono e fanno anche molto male, non solo a noi stessi, ma principalmente agli altri, a coloro che ci circondano, che ci amano e hanno fiducia in noi e non  solo perché, l’essere Abili, significa saper fare qualcosa, ma come lo si può o si è nel  creare, lo si deve essere anche nel Rispettare, Considerare e Amare, soprattutto  in un mondo in cui tutto sembra che ci fosse dovuto e nulla ci e dato.


Diversa abilità, significa saper trovare in modo di uccidere, con l’inganno dell’ultimo incontro colei che crediamo o ancor peggio, sosteniamo d’amare; usare la sofferenza altrui e non solo quella del terremoto dell’Aquila, ma fondi per i servizi sociali, nonché, speculare sul destino altri, come quello di un migrante per gonfiare il più possibile jl proprio portafoglio.


Essere diversamente abili, non significa e tanto meno ha qualcosa in comune con il saper scrivere o disegnare, tenendo una penna in penna o una matita tra le dita dei piedi, imparare a giocare a palla canestro, pur se sei in carrozzina per poi partecipare all’Olimpiade, ma sentirci così grandi e potenti da poter abusare e picchiare selvaggiamente a dei bambini di scuola materna o asilo nido, oltre che a dei disabili e anziani in una casa di riposo o istituto.


“Non importa cosa usi per esprimerti, ciò che conta è il risultato e quello che riesci a trasmettere al di fuori di te. Può sembrare un concetto semplice, quasi scontato, ma vi assicuro che non è così”, come dichiarò Simona Attiri, che essendo nata completamente senza braccia, oltre ad aver una grande passione per la danza, dipinge tenendo una matita e pennello in bocca, sul Corriere della Sera dell’11 febbraio 2013, in una rubrica dedicata agli ‘Invisibili’.


Meglio possedere se stessi che credere di essere, poiché, come chi possiede se stesso Crea, in egual misura, chi crede d’essere, Distrugge, sia il suo che l’altrui destino.